E poi dicono che la Chiesa è retrò...
Si è aperta oggi, a Roma, la due giorni del convegno nazionale "Chiesa in rete 2.0" promosso insieme al Servizio Informatico della Chiesa Italiana. Scopo dichiarato del convegno è quello di invitare i cattolici a rendersi riconoscibili sul web in un momento in cui Google, e a breve anche YouTube, iniziano una stretta collaborazione con la Chiesa.
Nell'era del Web 2.0 la Chiesa vuole restare al passo e perchè no, servirsi delle nuove forme di comunicazione per rafforzare il suo messaggio: un mix d'integrazione tra virtuale e reale per una presenza capillare.
Non c'è che dire, una vera e propria azione di marketing!
"Siamo ormai al tempo del Web 2.0", ha spiegato il direttore dell'Ufficio Comunicazioni Sociali della Cei. Ossia "siamo giunti alla realizzazione di un 'reale universo virtuale', non necessariamente alternativo al mondo fisico reale... Questa, la 'consapevolezza' con cui 'faremo il punto' sul web 2.0".
Ai partecipanti al convegno "Chiesa in rete 2.0", il direttore dell'Ufficio Cei ricorda che ciò che potrebbe essere uno svantaggio, overo la scarsa dimistichezza con gli strumenti del web, potrebbe però rivelarsi un vantaggio per entrare in maniera più critica. Secondo Pompili, "proprio la condizione di immigranti digitali aiuterà a valutare meglio questa nuova condizione", confermando che "essere davvero contemporanei richiede una sorta di distanza dall'oggetto, senza lasciarci appiattire su di esso".
In questi giorni Google ha inaugurato Cathoogle, un motore di ricerca che si presenta come un sito specializzato nella selezione di contenuti cattolicamente corretti....
Ma importanti novità riguardano anche YouTube: grazie a un accordo con la Santa Sede, il più popolare sito di video sharing ospiterà discorsi, omelie e interventi del Papa. L'iniziativa, promossa dal Centro televisivo vaticano e dalla Radio Vaticana, sarà annunciata venerdì prossimo, in occasione della presentazione del messaggio del Papa per la 43esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.
La storia ci insegna che la Chiesa cattolica ha una grande capacità di diffusione e di evangelizzazione, non ci stupirebbe una sua presenza capillare tra gli strumenti del web 2.0, tenendo conto che l'obiettivo dichiarato è proprio quello di contribuire a collocare le iniziative diocesane nel cosiddetto “ambiente virtuale”.
Verrebbe quasi da inchinarsi di fronte al dio del progresso se anche il Vangelo non può fare a meno di entrare nella cybercultura...
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