Come possono le case discografiche monetizzare il fenomeno del video sharing su internet? Pare che Universal abbia trovato una soluzione: la casa discografica si è recentemente accordata con YouTube per la nascita di un nuovo sito web di video musicali di alta qualità, Vevo (video evolution). Il servizio dovrebbe essere lanciato nei prossimi mesi e raccoglierà contenuti video degli artisti della Universal. Il traffico raccolto su Vevo sarà venduto agli inserzionisti pubblicitari e l’intento è quello di individuare, man mano che il servizio crescerà, nuove modalità pubblicitarie.
YouTube riceve 3,5 miliardi di visualizzazioni al giorno. Se Vevo sarà in grado di acquisire parte di questo traffico potrebbe avere un ottimo successo e diventare un sito di riferimento per la visualizzazione di video musicali di qualità.
YouTube riceve 3,5 miliardi di visualizzazioni al giorno. Se Vevo sarà in grado di acquisire parte di questo traffico potrebbe avere un ottimo successo e diventare un sito di riferimento per la visualizzazione di video musicali di qualità.
Vevo non è il primo tentativo di avvicinamento fra case discografiche e servizi di video sharing.
Pochi giorni fa è stato lanciato anche in Italia il sistema Click-To-Buy che permette agli utenti che stanno guardando un video musicale su YouTube di acquistare e scaricare direttamente online il brano.
Click-To-Buy funziona in questo modo: quando il video è in streaming, un box in sovrimpressione suggerirà la possibilità di acquisto del brano linkando ad iTunes (dove verranno effettuate tutte le transazioni). You tube, dunque, fa solo da canale pubblicitario. Il sistema era già attivo negli Stati Uniti, Regno Unito, Spagna, Olanda e Germania.
Pochi giorni fa è stato lanciato anche in Italia il sistema Click-To-Buy che permette agli utenti che stanno guardando un video musicale su YouTube di acquistare e scaricare direttamente online il brano.
Click-To-Buy funziona in questo modo: quando il video è in streaming, un box in sovrimpressione suggerirà la possibilità di acquisto del brano linkando ad iTunes (dove verranno effettuate tutte le transazioni). You tube, dunque, fa solo da canale pubblicitario. Il sistema era già attivo negli Stati Uniti, Regno Unito, Spagna, Olanda e Germania.
Le case discografiche che hanno aderito al progetto sono Emi, Sony e Universal. Sicuramente si tratta di un passo significativo da parte di queste ultime che hanno sempre visto nella rete e nei sistemi di video sharing un nemico da combattere a tutti i costi. Pare che adesso stiano iniziando a capire che la rete, in realtà, non è un nemico ma uno strumento di business molto potente. Forse la crisi era l’unico modo per portare l’industria musicale verso lo svecchiamento.
E Google, proprietaria di YouTube, raccoglie i frutti.
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