Per i grandi Brand e i colossi dei mercati globali, da Mc Donald's a Adidas, le Olimpiadi stanno rappresentando un'occasione unica di business: investimenti oceanici, visibilità pressocchè infinita, con l'aggiunta di un bacino di utenti - quelli dell'estremo oriente - assolutamente appetibile e senza il quale ormai nessun business può essere degno di nota.
Ecco dunque che fin da prima che i Giochi avessero inizio, Nike si è "prenotata" le facciate dei grattacieli di Pechino per mandare in onda su immensi specchi le immagini più significative degli atleti cinesi, sponsorizzati proprio dal brand statunitense.
E certamente non solo alla Nike hanno giovato le gare olimpiche: secondo uno studio di Iag (Intermedia Advertising Group) l'emittente americana Nbc avrebbe raccolto 1 miliardo di dollari in spot televisivi, che nelle fasce di prime time arrivano a costare fino a 750 mila dollari per 30 secondi. Molte Aziende, tra cui General Electric, Visa e Coca-Cola, hanno acquistato pacchetti sborsando fino a 5 milioni di dollari. E proprio la Coca Cola si è aggiudicata fino ad ora la medaglia d'oro per lo spot più gradito dal pubblico, con il video che mostra due uccelli che intrecciano un nido di cannucce sul modello del nuovissimo Stadio Olimpico di Pechino.
Rimanendo negli Stati Uniti, un grosso affare lo faranno quegli sponsor che nell'ultima settimana si sono lanciati alla conquista del pluridecorato campione olimpico Micheal Phelps (vincitore di 8 medaglie d'oro e recordman assoluto). Mentre negli States sono già in produzione libri, sceneggiature, pupazzi e cibi per cani con il suo nome, grandi brand del calibro di Omega, Hilton e Visa hanno già scritturato l'atleta per i loro spot. E se Speedo, il suo attuale sponsor, aveva promesso a Phelps 1 milione di dollari qualora avesse ottenuto 7 ori olimpici, pare che dopo la performance stellare del nuotatore Nike sarebbe disposta a offrirne 50 per lanciare una linea di costumi con il nome di Phelps.
Altra gallina dalle uova d'oro si sta rivelando il giamaicano Usain Bolt, recordman dell'atletica con due medaglie d'oro nei 100 e nei 200mt e due record del mondo: il suo bacio - dopo la gara dei 100mt - alle scarpe PUMA personalizzate per lui con la scritta "Ugo 100 m Beijing" ha sicuramente fato un'ottima pubblicità al brand! Poco importa se i big sponsor ufficiali delle Olimpiadi sono "solo" 12: per tutti l'imperativo è farsi vedere sempre e comunque.
Per finire, una piccola "nota stonata", uno spot che non ha fatto propriamente la fortuna di chi ne è stato protagonista: come sottolineato in un articolo di Panorama, di tutti gli atleti che hanno prestato i loro fisici allo spot ufficiale del CIO (Comitato olimpico internazionale) solamente uno è uscito vittorioso dai Giochi Olimpici, la saltatrice con l'asta Ylena Isinbayeva, che tornerà da Pechino con il nuovo record del mondo e una bella medaglia d'oro sul petto.
Per tutti gli altri Pechino ha riservato solo pessime sorprese: la gazzella americana Tyson Gay, il fondista etiope Haile Gebrselassie, il tennista svizzero Roger Federer, la nuotatrice francese Laure Manaudou, la ginnasta italiana Vanessa Ferrari, l’ostacolista cinese Liu Xiang, il cestista cinese Yao Ming. Tutti questi atleti sono rimasti a bocca asciutta e sono usciti dal campo di gara tra le lacrime (amarissime) del pubblico e dei diretti interessati.
Domenica si torna a casa. I Giochi finiscono ma il business... must go on.
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