YouTube si sa, è sulla bocca di tutti.
Se ne parla benissimo e malissimo, a seconda che a farlo siano gli utenti - per lo più entusiasti delle nuove possibilità offerte (gratuitamente) dal mezzo - o gli operatori del settore - che vedono minacciato il controllo esercitato sul mercato dei prodotti audiovisivi.
Negli ultimi mesi si è assistito a delle vere battaglie combattute contro il colosso dell'UGC da parte delle major cinematografiche e televisive: ultima la guerra legale attuata da Mediaset, che lo scorso mese di luglio aveva citato il colosso Google (proprietario di YouTube) chiedendo un risarcimento di 500 milioni di euro per le perdite subite a causa della trasmissione non autorizzata di ore di trasmissioni sul sito. La battaglia - che prosegue in questi giorni nelle aule di tribunale - pare che si risolverà con un accordo grazie al quale, molto probabilmente, con un accordo (e con i video che rimarranno visibili su YouTube, ça va sans dire...).
L'approccio della Rai è stato assolutamente opposto ed è proprio delle ultime ore la notizia dell'accordo raggiunto tra la Mamma della tv italiana e il colosso statunitense della Tv 2.0: un accordo che prevede la creazione di un Channel su YouTube dove sarà possibile fruire di una serie di programmi presi resi disponibili direttamente dall'immenso archivio Rai da Rai Net. Il nuovo brand channel Rai su YouTube ha raccolto i consensi di entrambe le parti: il fondatore di YouTube, Chad Hurley, ha valutato positivamente la decisione presa dal player tv italiano; allo stesso tempo il direttore di Rai Nuovi Media ha sottolineato la coerenza tra l'accordo appena stipulato e la più ampia politica di integrazione tra i canali distributivi intrapresa dalla Rai.
Due approcci indiscutibilmente diversi.
Sta al pubblico stabilire quale sia quello vincente...
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