giovedì 7 maggio 2009

La donna in valigia di Amnesty


Una donna chiusa in una valigia trasparente sul nastro trasportatore di un aeroporto tedesco. Così, Amnesty International sceglie di denunciare la tratta degli esseri umani, servendosi di una campagna di guerrilla marketing ad altissimo impatto emotivo.
In occasione del suo 60° anniversario, l’associazione ha realizzato questa singolare iniziativa che ha sortito i suoi effetti attirando l’attenzione dei media. Il volto impaurito e sconvolto e il corpo rannicchiato su se stesso della donna contorta all’interno della valigia hanno un effetto molto forte. Sulla valigia un adesivo giallo con scritto “Stoppt Menschenhandel”.

Amnesty International ci stupisce ancora una volta con le sue singolari campagne di guerrilla marketing. Ricordiamo, ad esempio, quando la società si è servita di finte mani di cera inserite sotto i tombini del centro di Francoforte con su scritto “wrong, faith, wrong color, wrong opinion” per ricordare che in alcuni paesi del mondo un’opinione “errata” può portare ad essere privati della libertà. La campagna ebbe un impatto così forte che ancora oggi è considerata uno dei migliori esempi di guerrilla marketing.

L’approccio psicologico si mostra, ancora una volta, estremamente adatto per risvegliare l’attenzione del pubblico e innescare il passaparola. L’iniziativa, dunque, ci è piaciuta molto!




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