Ma i canali di diffusione non si esauriscono con Amazon. Mentre in America e in Gran Bretagna il gioco è stato bandito dai siti web, in Italia ancora non è stato intrapreso alcun provvedimento per contrastarne la diffusione ed è semplicissimo scaricarlo da internet. Ed ecco che scende in campo Facebook: gli psicologi di Obiettivo Psicologia hanno creato il gruppo “Mobilitiamoci contro RapeLay”, al quale attualmente sono iscritti oltre 14.000 utenti, per attirare l’attenzione di mass media, politici e professionisti sul caso e bandire il gioco dal nostro paese. RapeLay sembrerebbe essere molto realistico: il protagonista è un maniaco che insegue donne e ragazzine per poter abusare di loro sessualmente e nel gioco vengono simulati anche particolari inquietanti come le lacrime delle donne che subiscono la violenza.
Il dibattito su Facebook, fra chi condanna e chi difende il gioco, è molto acceso. Anche se ancora non è stato preso alcun provvedimento, il gruppo di protesta sta attirando l’attenzione di parecchi utenti che discutono animatamente sul caso. In pochissimi giorni già ci sono stati più di mille commenti. Servirà tale azione a smuovere le acque per bandire il videogame dal nostro paese? Staremo a vedere. Nel frattempo anche la stampa nazionale ne parla. Vi riportiamo un servizio mandato in onda dal Tg2.
2 commenti:
Grazie, senza la pubblicità che ne state facendo tutti non avrei mai scoperto l'esistenza di questo gioco.. e sicuramente moltissimi come me.
Pensate prima di agire. Corro a giocarci
Infatti non è una sponsorizzazione ma una denuncia. E' sempre meglio informare su quello che avviene sul web piuttosto che far finta di niente.
Inoltre l'articolo è incentrato sul ruolo che strumenti come Facebook possono avere per contrastare il commercio e il download di giochi di questo tipo.
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