martedì 5 maggio 2009

Parola d’ordine: ROI

Quando un’azienda investe in pubblicità online la prima cosa che vuole sapere è quanto sarà redditizio il suo investimento. Ed ecco che oggi tutti pronunciano la parolina magica “ROI”, ovvero ritorno sugli investimenti: quanto e cosa mi fa guadagnare la pubblicità?
Oggi vi parliamo proprio di questo, cercando di capire quali sono gli strumenti che internet offre per l’analisi del ROI.

L’analisi del traffico è alla base di ogni tipo di campagna di web marketing: sul web, a differenza dei canali pubblicitari più tradizionali, è possibile acquisire informazioni molto dettagliate sulla fruizione di un messaggio o di un sito da parte degli utenti. Gli strumenti di web analytics ci informano su numero di visite e visitatori, tempo di permanenza, contenuti preferiti, usabilità del sito, pagine di ingresso, pagine di uscita, azioni effettuate dagli utenti come iscrizione ad una newsletter, log in, download ecc.
Ma come sfruttare tali informazioni? Innanzitutto queste ci permettono di capire chi è il nostro pubblico, quali sono le sue caratteristiche e cosa cerca. In tal modo possiamo creare campagne/contenuti/servizi più adatti alle esigenze degli utenti, scegliere le parole chiave giuste, migliorare il proprio posizionamento sui motori di ricerca.

Questo è fondamentale per trasformare i visitatori in potenziali clienti. Spesso si usano le conversioni come metro di analisi del successo di una campagna: una conversione è un’azione che l’utente porta a termine (ad esempio l’iscrizione ad una mailing list).

Uno strumento che si sta rivelando molto interessante e che permette facilmente il calcolo del ROI è la posta elettronica. L’ Email marketing consumer report 2009, ricerca annuale promossa da ContactLab, ha messo in luce la potenza di questo strumento: in Italia ci sono circa 51 milioni di account di posta attivi; mediamente ognuno è iscritto a 6,4 newsletter e riceve 19 email giornaliere; le newsletter legate all’ e-commerce (viaggi, turismo, acquisti) sono prevalenti rispetto a quelle personali (community, associazioni); le donne sono iscritte ad un numero maggiore di mailing list e ricevono circa il 20% dei messaggi in più al giorno rispetto agli uomini. Capire quante persone leggono la mail, quante scelgono di cliccare sui link e i percorsi che fanno una volta giunti sul sito permette di misurare l’efficacia della campagna. Quando non si tratta di spam ma è l’utente che sceglie di iscriversi ad una newsletter i messaggi sono percepiti come informativi e utili anziché invasivi.

Concludendo, quando si effettua una campagna (pay per click, banner, email, posizionamento) il calcolo del ROI ci aiuta a misurarne l’efficienza. Bisogna tenere presente, però, che l’analisi è sempre approssimativa perché molti effetti delle campagne sono difficili da misurare.

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