martedì 24 marzo 2009

Couchsurfing.com: l'ultima frontiera del viaggio low-cost

Probabilmente avrete già sentito parlare di questo fenomeno nato qualche anno fa, la notizia è che ha avuto un successo strepitoso: oltre 840.000 adepti in tutto il mondo. Si tratta del couchsurfer ovvero saltare da un divano all'altro.

Farlo è molto semplice, basta iscriversi a Couchsurfing.com, una community di viaggiatori poco amanti del turismo preconfezionato, che si scambiano ospitalità a costo zero senza essersi mai visti prima. L’idea di fondo è: tutti ospitano tutti e tutti viaggiano da tutti. Una tribù globale, diffusa in ben 230 paesi, che non ha paura di confrontarsi con culture diverse, avendo la certezza di ritrovarsi subito immersi nella nuova realtà locale evitando i classici percorsi turistici.
Il segreto di un tale successo, visti anche i tempi, si fonda appunto sulla possibilità di viaggiare spendendo solo i soldi del trasporto. Se c’è un divano disponibile troverete un posto per dormire in qualunque parte del mondo. Come tutte le idee di successo, il fenomeno si è sviluppato da un'intuizione che, col senno di poi, definiremmo fin troppo semplice. Il capostipite di questa filosofia di viaggio, nonché ideatore del sito, è Casey Fenton, un giovane programmatore del New Hampshire. Circa cinque anni fa, Fenton decise di passare un week-end in Islanda e avendo pochi soldi in tasca, pensò di “forzare” l’archivio dell’Università locale, e inviare a un ragguardevole numero di studenti una mail con una richiesta di ospitalità che suonava all’incirca così: “Arrivo venerdì, vorrei vedere la vera Islanda, mi aiuti?”. Gli risposero in cinquanta, offrendogli le più impensabili sistemazioni, dal divano al garage di casa, oltre a garantirgli la possibilità di vivere il meglio della “movida” islandese. Da quella indimenticabile esperienza nacque Couchsurfing.com.

L’iscrizione al sito prevede la compilazione di un profilo dettagliato dal quale emergono le caratteristiche personali, le passioni e la propria disponibilità ad accogliere. Il primo contatto avviene via mail, per conoscersi e verificare l’effettiva possibilità di un breve soggiorno. Una volta terminata la visita, entrambi i couchsurfer si scambieranno sul rispettivo profilo una referenza che sarà una garanzia di affidabilità per gli altri viaggiatori. Il feedback di ogni utente è fondamentale per essere sicuri di non aprire la casa o essere ospite di qualche malintenzionato. In merito a questo ci sono anche i “vouch” che chi è ospite rilascia quando il soggiorno è stato particolarmente piacevole. Per poterli assegnare, bisogna averne ricevuti almeno tre da altri utenti. Infine, un’ulteriore garanzia di sicurezza viene data dalla verifica da parte dell’organizzazione dell’indirizzo “fisico” di chi ospita, al quale viene inviato via posta cartacea un codice che dovrà essere reinserito nel profilo personale. In Italia i “surfisti del divano” sono ormai più di 26.400 e il numero sembra destinato a crescere giorno per giorno, un immenso social-network di persone accomunate dalla passione per il viaggio che preferiscono spendere meno per la loro vacanza, investendo però nei rapporti umani.
Vi è venuta voglia di viaggiare vero?

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